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IL DISARMO NUCLEARE GLOBALE


 

Un pomeriggio piacevole e costruttivo a dialogare con il Generale Pietro Ferri, il Dottor Marco Savelloni (Economista), e l'Ingegnere Giuseppe Rotunno (Presidente Civiltà dell'Amore) che ha ricevuto il premio Atoms For Peace 2010. Civiltà dell'Amore, da 30 anni porta avanti il progetto per il disarmo nucleare globale e lo sviluppo economico sostenibile, creata in Italia dal Professor Edoardo Amaldi che nel 1934 insieme ad Enrico Fermi, nella città di Roma scoprì la fissione nucleare. Tre figure appartenenti all'Ordine Francescano Secolare del Lazio (Tavolo composto da 6 unità) che promuovono il disarmo nucleare globale e lo sviluppo economico sostenibile. Il tema principale dell’incontro è stato il disarmo nucleare e la possibilità di utilizzare il materiale fissile, il Plutonio o l’Uranio arricchito, che costituisce la testata nucleare per alimentare una centrale nucleare.

Nel caso di ordigni in cui il materiale fissile è costituito da Uranio arricchito questo può essere utilizzato per alimentare centrali nucleari “tradizionali” (quasi la totalità delle centrali nucleari è di II Generazione), mentre invece per gli ordigni in cui il materiale fissile è costituito da Plutonio questo può essere utilizzato per produrre un combustibile per centrali nucleari detto MOX (una miscela di ossidi di uranio e plutonio). Attualmente circa quaranta reattori in Europa (Belgio, Svizzera, Germania, Francia) hanno la licenza per l’uso del MOX, e circa trenta lo usano effettivamente. In Giappone dieci reattori hanno la licenza ed usano combustibile MOX. Un uso di MOX fino al 50% del nocciolo non cambia le caratteristiche operative del reattore, sebbene siano necessari alcuni adattamenti nel progetto (ad esempio è necessario un maggior numero di barre di controllo). Un vantaggio del MOX è che la concentrazione di materiale fissile nel combustibile può essere aumentata facilmente, semplicemente aggiungendo del Plutonio.

Per quanto riguarda la III/III+ Generazione le maggiori filiere sono un’evoluzione dei diffusi reattori ad acqua di tipo PWR, BWR, o CANDU di II Generazione da cui riprendono le caratteristiche principali con miglioramenti dal punto di vista della sicurezza includendo gli incidenti severi negli incidenti di base del progetto. I reattori di III/III+ Generazione non sono molto diffusi per via degli elevati costi di costruzione. Attualmente sono in esercizio n. 4 reattori della tipologia ABWR in Giappone, n. 1 EPR è stato costruito in Europa ( Olkiluoto in Fillandia), n. 2 EPR sono stati costruiti in Asia (Taishan in Cina), mentre invece sono in costruzione altri n.3 reattori, dei quali n. 1 in Francia (Flamanville),e n.2 in Regno Unito (Hinkley Point). I reattori nucleari di III/III+ Generazione (EPR ed AP1000) possono essere alimentati per il 100% da MOX.

Per quanto riguarda i reattori di IV Generazione per iniziativa del Dipartimento dell’energia degli USA (D.O.E) si è costituito un Comitato Internazionale che raggruppa ad oggi n. 13 Paesi e che ha preso il nome di GIF (Generation IV International Forum) per lo sviluppo di sistemi nucleari di produzione di energia che possano essere progettati, sperimentati e realizzati a livello di prototipo entro il 2030/2040, allorquando molti reattori, tuttora in produzione saranno alla fine delle loro licenze operative. I Paesi che hanno aderito al GIF sono Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Giappone, Korea, Russia, Sud Africa, Svizzera, UK and USA. Altri Paesi come l’Italia hanno espresso la volontà di aderirvi. La principale caratteristica dei reattori di IV Generazione è quella di essere estremamente inappetibili per la proliferazione nucleare in quanto utilizzano cicli del combustibile che minimizzano la produzione di rifiuti radioattivi a lunga vita (eliminazione del Plutonio impiegabile in armi nucleari) risparmiando al contempo le risorse naturali di Uranio, e la possibilità di utilizzare come combustibile il MOX con la possibilità eventualmente anche di riciclare le scorie nucleari presenti nei depositi di stoccaggio permanente per utilizzarli come combustibile (chiudendo così il ciclo del combustibile).

 

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